Molte persone credono di poter evitare di nutrire la propria anima, ma non sanno quale prezzo finiranno per pagare.
Che tu prenda in considerazione l’anima come scintilla divina incarnata in te o semplicemente che tu guardi all’inconscio – la parte sommersa dell’iceberg – con le sue regole e i suoi bisogni, se non ascolti la vocina che in lontananza ti suggerisce il cammino più opportuno, essa inizierà a strillare sempre più forte e arriverà a parlare attraverso il corpo, attraverso eventi e forti reazioni emotive.
La società in cui viviamo e l’educazione che la maggior parte di noi riceve accrescono l’intelletto e la razionalità, gli schemi, il rigore e i doveri.
Più percepiamo crisi e più reagiamo esaltando quelle caratteristiche di noi che più ci allontanano dalla nostra dimensione interiore più profonda e importante.
E’ usuale crearsi una vita che va nell’esatta direzione opposta rispetto alla nostra natura: ad un bambino triste viene chiesto “Come mai sei triste?” mentre ad un adulto felice viene posta la domanda opposta “Come mai sei felice?“, come se il parametro di normalità si fosse invertito.
Nasciamo liberi di muoverci, ma dopo i primissimi anni di vita, veniamo costretti a restare fermi dietro un banco per otto ore al giorno; mente e corpo vengono preparati per vivere la medesima costrizione in età adulta quando timbreremo il cartellino e resteremo tutto il giorno, tutti i giorni dietro una scrivania. (Mi ricorda tanto la pratica di fasciare i piedi delle donne cinesi perché prendano una forma più graziosa!)
Siamo talmente bravi ad abituarci a qualsiasi cosa che smettiamo molto presto di mettere in discussione questa “normalità”.
Nonostante tutto c’è chi sente ancora quella vocina dentro di sé che dice “Qualcosa non va nella tua vita!” e che saltuariamente le dà retta quando prova a dire “E’ tempo di agire e cambiare!“
Altri, invece, dovranno vivere fino in fondo la loro “crisi” e attraversare il dolore (morale, emotivo o fisico) che essa porta con sé.
Abbiamo bisogno di guardare con intuito e creatività alla bellezza della nostra vita, rispolverare i nostri talenti e metterli a frutto, anche nel lavoro; dobbiamo accorciare le distanze dalle altre persone e abbattere le barriere che abbiamo costruito per proteggerci da loro; supportare gli altri nel raggiungimento dei loro traguardi e saper chiedere il loro aiuto per i nostri; affrontare le nostre paure e i confini della nostra zona di comfort, per vivere pienamente ogni giorno come se non ci fosse un domani, ma anche guardarci dentro e stabilire obiettivi ambiziosi perché il domani sia più brillante dell’oggi.
Solo allora avremo realizzato pienamente noi stessi e messo a frutto ciò per cui siamo chiamati a vivere;
Solo allora la nostra anima – o il nostro inconscio se preferisci – troverà pace e smetterà di disturbarci con quella vocina che bisbiglia fra un pensiero e l’altro;
Solo allora la sensazione che tutto questo non abbia un senso si quieterà.