Durante una piacevole serata fra amici, Carlo disse ad Arianna di aver mal di testa. Lei si avvicinò e gli chiese se era disponibile a fare un esperimento. Lo fece sedere con la schiena diritta avvicinando le mani alla sommità del capo e rimase alcuni istanti ad occhi chiusi in quella posizione, senza far niente, mentre noi altri la guardavamo incuriositi. Dopo alcuni minuti completò quello che a me era sembrato un rito sacro, attraverso gesti che avvolgevano il corpo di Carlo, quasi ad accarezzarlo. Con grande stupore di tutti quanti, Carlo stava bene e si sentiva liberato da quel cerchio fastidioso. Fu allora che da Arianna sentii per la prima volta quella strana parola: Reiki.
Rimase lì, in un baule nel retro della mia mente per circa un anno, quando senza un motivo preciso cercai su Internet informazioni su quella disciplina della quale ben poco avevo compreso.
All’epoca ero Direttore Generale di un’azienda informatica ed avevo mosso i primi passi nel mondo della crescita personale studiando Ipnosi e PNL, ma di energie non avevo mai sentito parlare (se non in riferimento a ciò che fa accendere e spegnere le lampadine!).
Non so dire come arrivai a conoscere Mercedes, spinto da un misto di curiosità e scetticismo, ma fu attraverso di lei che venni pochi mesi dopo iniziato al primo livello di pratica. Mi straniva come le persone che prendessero parte agli incontri di Reiki e Meditazione vedessero e sentissero cose che io non avevo mai percepito durante la pratica: colori brillanti nel buio, sensazioni riguardanti emozioni altrui… Tutto ciò mi sembrava davvero affascinante. La meditazione mi era stata presentata alcuni anni prima come una pratica per rilassarsi e per favorire l’espressione del proprio potenziale. Pur avendola praticata saltuariamente, non avevo mai notato benefici che trascendessero la dimensione fisica e mentale. Ma meditare con loro era diverso, mi sentivo sempre “stranamente leggero”.
Durante il seminario di primo livello avevo ascoltato informazioni provenienti da un mondo diverso dal mio, alcune delle quali mi avevano stupito, altre che mi erano sembrate semplicemente assurde. Ma una cosa era certa: praticare con Mercedes ed il gruppo mi stava trasformando.
Mi stupii della mia stessa costanza nel presentarmi agli incontri, come se, pur non percependo nulla di particolare, ne fossi molto attratto. Tre anni passarono in un lampo, mentre cresceva in me la consapevolezza di quelle nuove percezioni che avevo cominciato a conoscere attraverso gli altri “operatori” e soprattutto dell’amore incondizionato che riuscivo a vivere e a trasmettere nei trattamenti.
Non fu difficile decidere di intraprendere il percorso per il Master Reiki, l’ultimo livello che mi avrebbe messo nelle condizioni di iniziare altre persone alla disciplina, ma dopo la mia prima richiesta mi fu rifiutato per un intero anno. Lì per lì non capii, quel passo mi sembrava l’unica naturale conseguenza di ciò che avevo cominciato anni prima. Ma Mercedes fu irremovibile e mi fece attendere.
Un anno passò per intero prima che potessi rendermi conto di quel che stava accadendo: stavo imparando a rinunciare alla meta, ad abbandonare la ricerca, a non sentirne più il bisogno. Ci accorgemmo entrambi quando arrivò il momento giusto. Ero cresciuto molto, avevo sviluppato una sensibilità ed un’intuizione che mi consentivano di praticare trattamenti fuori dall’ordinario, di viverne il beneficio e di aiutare le persone a guarire nel profondo… a guarire dai propri dolori, a guarire dalle proprie frustrazioni e a permettere al loro corpo di fare lo stesso. Ora capivo il perché della lunga attesa.
Completai il percorso per il Master Reiki il giorno del mio ventinovesimo compleanno e nello stesso momento Mercedes disse a me e alla nipote Monica, con la quale avevo vissuto l’intero percorso, che avrebbe interrotto le sue attività come Maestro. E noi rimanemmo a bocca aperta.
Mi mancò la vicinanza di Mercedes, mi mancarono i suo consigli e le sue risposte, la sua saggezza e quella “guida energetica” che tanta leggerezza mi aveva donato negli anni. Ma ancora una volta, attraverso quella decisione, mi stava insegnando quanto fosse importante lasciare andare gli eventi, permettere alla vita di fare il suo corso e non resistere all’evoluzione naturale di persone ed energie.
Attraverso il rapporto con Mercedes avevo appreso l’essenza del legame fra allievo e Maestro, avevo sperimentato la capacità di affidarsi e farsi guidare, di ascoltare al di là delle parole e di essere accompagnato dalla presenza e dall’esempio. Molti dei messaggi che Mercedes mi aveva lasciato in consegna li avrei compresi solo negli anni seguenti, ritrovandomi a vivere la mia difficoltà di essere Maestro. Avrei scoperto l’importanza di mantenere una distanza dagli allievi, di non farmi coinvolgere emotivamente per poterli aiutare davvero, di guardare oltre la superficie, le scuse, i falsi bisogni e le lacrime di coccodrillo per riuscire a guardare in faccia la Verità. Avrei sbagliato, sbagliato e sbagliato ancora, per comprendere quegli insegnamenti attraverso la reale esperienza. L’esperienza di seminari e gruppi di scambio che dopo il Master stava per iniziare.
Sono trascorsi sette anni da quel 21 Luglio, anni durante i quali ho incontrato centinaia di persone alla ricerca, durante i quali ho proposto incontri di scambio e pratica Reiki in ogni settimana dell’anno.
Quando accompagni gruppi di meditazione e pratica Reiki per così tanto tempo impari almeno tre cose: 1) la realtà non è quasi mai quello che sembra, le persone “se la raccontano” molto bene (noi tutti lo facciamo!); i problemi e le difficoltà che incontriamo non sono mai nel presente, ma si affacciano spesso da un passato lontano del quale non abbiamo realmente consapevolezza 2) l’essere umano fugge, soprattutto dal proprio benessere, perché raggiungere quel traguardo significa affrontare le proprie paure più grandi 3) non abbiamo bisogno di buone ragioni per sentire Amore, amore vero e incondizionato: lo possiamo provare in ogni istante, per ogni persona e senza il bisogno di parlarle o capirla, perché l’Amore è qualcosa che siamo noi a generare e ad incontrare all’interno. L’Amore non ha davvero nulla a che fare con gli altri, proviene interamente da noi. Loro sono solamente una “scusa” per aprirci a questo sentimento.
E quest’ultimo insegnamento è anche il più grande “segreto” del Reiki, quello che incontri solo dopo aver superato tutti gli ostacoli… le resistenze interne ed esterne, le idee che ti eri fatto, l’impegno che ti è richiesto, la preparazione necessaria per arrivare, l’esperienza che non avevi capito bene a cosa servisse, l’intuizione che all’inizio non credevi nemmeno esistesse, le aspettative che hai dovuto tenere a bada, le difficoltà umane che sorgono in ogni relazione (anche quella fra praticanti e Maestri), le cavolate che ti vengono insegnate su di te e sulle malattie… il segreto che tutti sanno, ma che pochi hanno vissuto realmente.
Sì, perché il Reiki in Italia è un vero pasticcio. Moltissime sono le persone che, preso il primo livello Reiki, non hanno mai praticato; peggio ancora sono coloro che hanno preso i tre livelli Reiki in pochi mesi e sono convinti di aver vissuto realmente il loro percorso. Nell’originale tradizione del Reiki erano necessari tempo e pazienza per progredire, ma soprattutto tanta tanta pratica. Hawayo Takata, colei alla quale dobbiamo la diffusione del Reiki in Occidente, praticava trattamenti Reiki ogni giorno per mesi a coloro che cercavano una soluzione alle loro pene, chissà perché noi ci aspettiamo di conoscere e risolvere le nostre in un solo trattamento! Ma soprattutto, chissà perché ci aspettiamo sia normale conquistare le tappe senza aver percorso davvero la via.
Ho iniziato a scrivere queste righe nove anni dopo il mio primo trattamento Reiki e poco dopo aver iniziato i miei primi Master. Claudia, Nicoletta e Andrea (in rigoroso ordine di iniziazione :-)) hanno vissuto il loro percorso quadriennale attraverso serate e seminari, incontri e pratica… ma soprattutto attenzione, dedizione e cura. Perché se l’Amore è quello che vivi quando arrivi, la Cura è quella che ci metti ogni volta che, avvicinate le mani al cuore, ti prepari per donare energia a chi ne fa richiesta. Sono stato orgoglioso di questo passo come mai prima d’allora, perché oltre a ciò che ho fatto io stesso per le 5.000 persone incontrate in tanti anni, sapevo di aver preparato tre maestri coscienziosi e capaci, che raccolto “il testimone” avrebbero fatto altrettanto in futuro.
Nel 2017 una grande decisione ha trasformato la mia vita e, in qualche modo, il mio rapporto con il Reiki. Assieme a Claudia, mia compagna di crescita e di vita, ho deciso di trasferirmi al di fuori dei confini dell’Italia, a Madrid.
Durante una delle ultime serate di scambio Reiki prima della partenza, riascoltando uno dei mantra che praticavo anni prima con Mercedes, ho risentito una grande nostalgia. Ero cosciente che dopo dieci lunghi anni di percorso, qualcosa di importante per me stesse cambiando.
Se Claudia sarebbe venuta con me per iniziare una nuova vita, Nicoletta – sua compagna di Master – sarebbe rimasta a Roma per una sfida altrettanto importante: condurre il gruppo di pratica Reiki che io avrei lasciato da lì a poco.
Per un intero anno dopo il nostro trasferimento, infatti, sono ritornato a Roma ogni mese, portando nel mio bagaglio a mano tutta l’energia necessaria per condurre un seminario e una serata di pratica ancora. Il prezioso aiuto di Nicoletta mi ha permesso per oltre 14 mesi di continuare la mia missione e accompagnare al terzo livello coloro che avevano iniziato il loro percorso tempo prima.
Dopo l’ultimo intenso seminario previsto per Settembre (2018), ho distintamente sentito che fosse davvero giunto il momento di salutarli, permettendo ad una nuova epoca di avere inizio sotto la guida fidata di Nicoletta.
Il corso degli eventi non finisce mai di stupire e, mentre scrivo queste ultime righe, ho completato da pochi giorni il mio primo seminario Reiki a Madrid, dove alcune ragazze italiane hanno deciso di raggiungermi per vivere questa esperienza nella grande energia di questa splendida città.
Quando si diventa Master Reiki lo si è per tutta la vita e, anche se in questo momento della mia esistenza ho scelto di concentrare tutta la mia attenzione sull’Accademia di Meditazione GOTAM e di prendermi una pausa dopo gli oltre 60 seminari di primo livello condotti, questo viaggio continuerà ancora (e già intravedo all’orizzonte nuove affascinanti tappe da incontrare!).
La verità è che ogni anno dopo il giorno in cui ricevetti la mia prima iniziazione Reiki, emozioni, esperienze e percezioni hanno continuato ad amplificarsi, dimostrando che non c’è mai fine all’evoluzione dell’individuo e all’Amore che possiamo provare.
Una delle più belle esperienze che mi sta capitando di vivere quest’anno, ad esempio, è quella di trattare la stessa persona ogni giorno, già da svariati mesi, per aiutarla a superare un disagio fisico importante ed insegnarle ad amare di più se stessa.
Se c’è un augurio che posso rivolgere a te che stai leggendo, è quello di vivere altrettanta meraviglia e gioia nei prossimi 11 anni della tua vita.
(Aggiornato all’anno 2019)
[…] Continua su Gotam’s… […]