Da che ho memoria, sono alla ricerca della libertà.
Poco importa, alla fine, se questa ricerca nasca da traumi dell’io bambino, dalla ricerca dell’evasione da un mondo fatto di regole insensate o da una missione che il mio spirito deve realizzare: questa è la mia strada e attraverso questa strada raggiungerò la mia meta.
Com’è naturale che sia, incontriamo le persone che condividono la nostra strada e che, di conseguenza, ci consentono di vedere la nostra forza e i nostri punti deboli.
La mia via verso la conquista della libertà passa in questo momento attraverso il viaggio.
Viaggiare – in particolar modo da solo – mi proietta in un istante (quello dell’atterraggio) fuori dalla mia zona di comfort e al di là del confine segnato dalla paura.
La paura, questa grande nemica… La paura ci improgiona, la paura ci libera.
La paura è un’impronta che un evento lontano ha lasciato dentro di noi. La paura nasce per proteggerci, in un momento in cui ne abbiamo davvero bisogno, per limitare la nostra esuberanza ed incoscienza, ma anche per sfidarci a creare un presente e un futuro migliori del passato, che ci rendano davvero noi stessi.
Il paradosso della paura è proprio questo: essa limita e fa crescrere allo stesso tempo. E mentre limita tout cour, senza nessun nostro intervento, fa crescere solo se accettiamo di sfidarla e utilizzarla a nostro favore.
Viaggiare attraverso le diversità di mondi paralleli e conoscere spazi e tempi nuovi per sé costituisce uno straordinario mezzo per vincere la paura.
Viaggiare ti fa incontrare persone che ti mostrano i tuoi punti deboli e la tua forza, questo ti rende capace di esprimere ciò che sei, di essere realmente te stesso.
L’alternativa è rimanere fermi, inscatolati fra le mura create dalla propria mente, accettando l’illusione che le antiche sinapsi ci mostrano davanti agli occhi, indossando una maschera che ci protegge ma che ci rende diversi da quello che siamo veramente.
Tu cosa scegli? Io ho scelto la libertà!