Per la maggior parte delle persone il termine “energia” associato all’essere umano, rievoca la cultura hippie e appare qualcosa di strano, poco realistico e al limite oggetto del campo della spiritualità.
Le stesse persone che comunicano ogni giorno attraverso il loro cellulare e guardano film in televisione, per qualche strana ragione faticano ad accettare che anche attorno al corpo umano esista un campo magnetico. Esso è semplicemente generato dagli impulsi elettrici che attraversano il sistema nervoso e dall’attività dell’organo cardiaco. È un fenomeno comunemente descritto in fisica dalle leggi di Faraday, Ampère e Maxwell.
Il problema culturale nasce dal fatto che le prime a parlare di campo energetico umano siano state tradizioni filosofiche antiche di millenni (utilizzando il termine energie sottili), mentre la scienza ne ha spiegato l’esistenza solamente dal 1826 in poi. (!)
Rispetto alla visione semplicistica diffusa da molte tecniche olistiche, non esiste in realtà un solo tipo di “forza vitale” o “forza guaritrice”: molti sistemi del corpo acquisiscono, rilasciano, conducono e utilizzano energia e informazioni per equilibrare il funzionamento di mente, organi ed emozioni. È fondamentale, quando si parla di flusso di energia, specificare di quale energia stiamo parlando, di dove e come stia fluendo.
Anche in ambito scientifico, la conoscenza (e soprattutto la considerazione) del campo magnetico umano è disomogenea: ricercatori e scienziati sanno, scrivono e confermano l’esistenza di questo campo da almeno un secolo, ma il nostro “medico di famiglia” non ha idea di come esso sia connesso alla salute e al funzionamento di organi e sistemi.
Uno dei testi più completi ed autorevoli che tratta l’argomento (oltre a correlarlo a discipline come Reiki, Meditazione, Pranoterapia, Agopuntura, Rolfing, Cranio-sacrale, Riflessologia, Shiatsu, QiGong, meridiani e Medicina Tradizionale Cinese, ecc.) è Energy Medicine, The Scientific Basis del ricercatore americano e P.h.D. James L. Oschman. L’impegnativo volume di oltre 350 pagine contiene migliaia di riferimenti bibliografici a ricerche scientifiche ormai consolidate e leggendolo con attenzione si scoprono informazioni sorprendenti e di fondamentale importanza. (La prima edizione del volume è disponibile anche in lingua italiana, mentre la seconda edizione solo in lingua inglese ed è quella a cui si fa riferimento in questo articolo).
È lo stesso Oschman, nella prima parte del libro, a spiegarci perché la “medicina moderna” ostracizzi la realtà elettromagnetica del corpo a favore dei composti chimici: fu colpa del Pure Food and Drug Act americano del 1906, che ha sostanzialmente reso illegali fino al 1980 tutte le terapie fondate su elettricità, magnetismo e luce (nonostante se ne conoscesse già ampiamente l’efficacia). Quest’atto ha storicamente influenzato la ricerca medica e l’insegnamento della medicina nelle facoltà universitarie sino ad oggi.
Anche se molte terapie elettromagnetiche (come TENS, MENS e PEMF) sono state ormai “riabilitate” e numerosi metodi diagnostici (come l’EEG, la MEG o la MCG) osservano il campo elettro-magnetico dell’uomo per stabilirne la salute, la persona comune non ne conosce minimamente le potenzialità.
(Non abbiamo idea, ad esempio, che esistano terapie d’avanguardia che attraverso l’interazione elettro-magnetica possono costituire una valida alternativa alla chemioterapia per curare alcuni tipi di cancro.)
E soprattutto, la persona comune non conosce le proprie potenzialità nel gestire l’elettromagnetismo del corpo: è sempre Oschman a spiegarci che energie a bassa frequenza possono essere prodotte dal corpo umano stesso (e non solo da macchinari inventati dall’ingegneria) per interagire con l’equilibrio energetico di altri corpi. Inoltre, attraverso una sostanza presente nella pelle (la neuromielina) possiamo percepire consapevolmente le variazioni nei campi elettromagnetici, così come regolarne l’emissione (questa informazione risulterà piuttosto ovvia per qualunque esperto praticante Reiki!).
Guardando ancora all’essere umano attraverso la lente della fisica, piuttosto che della chimica, potremmo facilmente comprendere che, così come il funzionamento del corpo altera il campo magnetico da esso generato, la “manipolazione” del campo magnetico del corpo può alterare il funzionamento del corpo fisico e dei suoi organi.
È proprio del 1980 la scoperta che ogni tessuto del corpo risponde ad una differente pulsazione energetica e che, se stimolato da essa, ristabilisce le sue naturali funzionalità. Attraverso un campo energetico applicato al corpo potremmo migliorare la secrezione della melatonina, favorire la rigenerazione nervosa, ossea o cartilaginea, guarire legamenti lesionati, migliorare la produzione di collagene, la sintesi del DNA, l’infiammazione, ecc. ma quanto stiamo effettivamente sfruttando le possibilità offerte da questi tipi di terapia?
Oltre che del potere dell’energia umana, le antiche tradizioni ci parlano comunemente “dell’importanza del cuore”.
Attraverso l’enciclopedica raccolta di informazioni di Oschman veniamo a sapere che l’organo cardiaco produce numerose “frequenze di energia” che si propagano attraverso il sistema circolatorio e raggiungono ogni cellula del corpo (il segnale più rapido è la pulsazione elettromagnetica – misurabile con l’elettrocardiogramma e con il magnetocardiogramma – seguito dall’onda sonora del battito cardiaco, dall’onda di pressione e infine da una radiazione infrarossa). Il cuore rappresenta inoltre il più potente “regolatore del funzionamento del corpo”: il suo campo magnetico può essere rilevato addirittura a 4,5 metri di distanza.
Un’altra deduzione fondamentale esplicitata in Energy Medicine è il fatto che l’analisi del corpo umano come insieme di sistemi differenti (che normalmente distinguono anche le specializzazioni mediche: cardiologia, neurologia, gastroenterologia, ecc.) non abbia in realtà molto senso e che il corpo debba essere preso in considerazione nella sua interezza e “complessità interconnessa”.
Quando il corpo si ferisce (o funziona male), si possono rilevare mutamenti in ogni sua parte, non solo in quella effettivamente lesionata: grazie all’opera di veri e propri organi a noi (quasi) sconosciuti, come la miofascia, ogni cellula comunica elettricamente con tutte le altre e ne regola il funzionamento all’occorrenza.
Dividendo il corpo in parti e studiandone il comportamento singolarmente, perdiamo normalmente la visione d’insieme.
Non sarà una sorpresa per chi segue abitualmente i contenuti GOTAM sentir parlare di Epigenetica: la scienza che studia l’impatto del campo elettromagnetico sui geni. Oschman dichiara esplicitamente che “noi stessi modifichiamo la nostra genetica continuamente. […] Gli scienziati descrivono come le esperienze, i pensieri, le emozioni, le parole che pronunciamo possano causare profonde modificazioni nella nostra fisiologia corporea, neurologia, biochimica e nell’espressione del nostro patrimonio genetico.”
Né l’opera di Oschman né tantomeno questo articolo possono fornire un quadro esaustivo di come operi l’energia umana. Tuttavia, sono certamente utili a sviluppare una visione più in linea con la realtà del nostro sistema mente-corpo, accompagnandoci in un viaggio di scoperta affascinante con la consapevolezza che la medicina ufficiale ignori (più o meno consapevolmente) ancora molto.
(Se hai desiderio di “verificare” o approfondire le informazioni citate in questo articolo, ti basterà leggere l’opera succitata e la bibliografia scientifica di riferimento. Ho scelto di non includere in questo articolo le scoperte che la comunità scientifica considera ancora controverse. Lo scopo di questo articolo, ad ogni modo, non è quello di rivelare alle masse indiscutibili realtà scientifiche, ma stimolare le persone comuni ad aprire la mente e a riflettere su temi a volte lontani dal loro attuale modo di pensare).